Vangelo
In quel tempo, 7 Giovanni Battista proclamava: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzati con acqua, ma Egli vi battezzerà in Spirito Santo”. 9 Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10 E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i Cieli e lo Spirito discendere su di Lui come una colomba. 11 E venne una voce dal Cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in Te ho posto il mio compiacimento” (Mc 1, 7-11).
Il Battesimo del Signore
Due figure massime si incontrano: il Precursore e il Messia. Chi è stato il Battista e perchè ha voluto Gesù essere battezzato?
I – “Preparate la via del Signore”
Nel passo del Vangelo della festa del Battesimo del Signore, abbiamo il racconto del Battesimo più simbolico di tutta la Storia. È interessante conoscere preliminarmente i retroscena in cui si è svolto questo fatto così significativo.
Una voce chiama nel deserto
Tagliando l’antica terra di Israele da nord a sud, il fiume Giordano doveva la sua importanza agli eventi storici che si sono verificati lungo il suo corso, più che al fatto di essere un elemento indispensabile per il mantenimento della vita in quell’arido territorio.
Era stato teatro di molti miracoli e aveva assistito a scene grandiose, nelle quali era brillata la giustizia di Dio. Tuttavia, intorno all’anno 28 della nostra era, quello che si è verificato lì, ha superato di gran lunga tutto il passato. Giovanni, figlio del sacerdote Zaccaria, lasciò il suo isolamento nel deserto e cominciò a percorrere la regione del fiume, “predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” (Lc 3, 3).
A corroborare la sua autorità morale, il Battista aveva una vita di penitente del deserto, straordinariamente santa e mortificata: “Era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico” (Mc 1, 6). La sua reputazione era accresciuta dalla sua nascita miracolosa, che molti conoscevano.
Più ancora: tra il popolo eletto era nota la profezia della venuta di un precursore del Messia: “com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” (Lc 3, 4).
Le sue esortazioni provenivano, così, da uno che possedeva tutte le credenziali di autenticità per condurre alla conversione.
Grande commozione in Israele
Erano circa 400 anni che un profeta non faceva udire la sua voce in Israele.
Niente di più esplicabile, dunque, del trambusto causato da San Giovanni Battista. Da tutte le parti affluivano moltitudini per ascoltarlo. Vedendole davanti a sé, egli le ammoniva, e le sue parole penetravano a fondo nelle anime, portando molti al pentimento: “Egli diceva: Convertitevi, perché il regno dei Cieli è vicino” (Mt 3, 2).
Simbolo della purificazione della coscienza, necessaria per ricevere questo “Regno dei Cieli” che era “vicino”, il battesimo conferito da San Giovanni confermava la buona disposizione dei suoi ascoltatori. “Confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano” (Mt 3, 6), racconta San Matteo.
Israeliti di tutte le classi sociali accorrevano dal profeta della penitenza, disposti a purificare il loro cuore. Tuttavia, vi erano anche gli oppositori. Sadducei, farisei e dottori della Legge, che lo avevano visto inizialmente di buon occhio, non tardarono a nutrire nei suoi confronti una profonda antipatia. Infastiditi per la sua straordinaria influenza, irritati per le predicazioni, nelle quali condannava i vizi in cui essi incorrevano, cominciarono ad agire contro Giovanni. Misero in discussione il suo diritto a battezzare e gli prepararono delle insidie. Dimostrando grande sagacità, San Giovanni non si lasciò imbrogliare.
Inesorabile verso gli ipocriti e i superbi, il profeta si mostrava dolce con i sinceri e gli umili. “Preparatevi!”, ripeteva instancabilmente, “aprite la via del Signore!”
Gli si affiancarono discepoli, che lo assistevano nel suo ministero, e che diventarono un modello di devozione più fervente.
Infine, la sua predicazione produceva un grande movimento popolare sulla via della virtù, come mai si era visto nella storia di Israele.
Incontro con il Messia
La missione del Precursore era preparare la strada al Messia. Viveva, pertanto, nell’attesa dell’incontro con Lui.
Non aspettò molto tempo. Un giorno, notò la presenza di Gesù in mezzo ai pellegrini. Preso da una soprannaturale emozione, s’inchinò verso il nuovo venuto, rifiutandosi di darGli il battesimo: “Io ho bisogno di esser battezzato da Te e Tu vieni da me?” (Mt 3, 14). Gli rispose, però, Gesù: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia” (Mt 3, 15). Obbediente, San Giovanni Lo immerse nel Giordano.
Non appena uscì dall’acqua, Gesù si mise a pregare. Allora il cielo si aprì e lo Spirito Santo scese su di Lui nella forma di una colomba. “E venne una voce dal Cielo: ‘Tu sei il Figlio mio, l’amato: in Te ho posto il mio compiacimento’”.
II – Ecco Colui che toglie il peccato del mondo!
Missione conclusa
Qualche tempo dopo aver battezzato il Messia, San Giovanni si avvia verso il martirio, lasciando la scena storica, come egli stesso aveva predetto: “Lui deve crescere; io, invece, diminuire” (Gv 3, 30). Era entrato in scena il Salvatore, era compiuta la missione del Precursore. Gli restava soltanto l’ultimo atto della sua grandiosa vita: il martirio.
Come afferma San Tommaso d’Aquino, “tutto l’insegnamento e l’opera di Giovanni erano preparatori dell’azione di Cristo, come l’opera del praticante e dell’operaio inferiore è preparare la materia perché riceva la forma introdotta poi dal principale artefice”.1 I grandi artisti hanno avuto apprendisti che dipinsero le parti meno importanti dei loro quadri, occupandosi solo degli aspetti essenziali. Anche i grandi intagliatori ebbero aiutanti che affilavano gli strumenti, pulivano l’atelier, facevano gli acquisti del legno appropriato, ecc. Questo fu il lavoro di San Giovanni che ha preparato la venuta di Nostro Signore.
Di fronte all’altissima vocazione del Battista, i Dottori della Chiesa espressero sempre grande ammirazione. San Tommaso d’Aquino,2 per esempio, colloca Giovanni tra i profeti del Nuovo Testamento. Se lo considerassimo dell’Antico – dice l’Aquinate – sarebbe più grande di Mosè. Già San Francesco di Sales3 vede Giovanni come profeta dell’Antico Testamento, l’ultima luce della Legge mosaica e – afferma senza alcuna titubanza – la più grande.
Comunque sia, la grandezza di Giovanni era tale che lo stesso Gesù dichiarò che lui era più che un profeta, aggiungendo questo elogio supremo: “tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista” (Mt 11, 11).
Perché Gesù ha voluto esser battezzato?
Il battesimo conferito da San Giovanni non era della stessa natura del Battesimo sacramentale, istituito posteriormente dal Signore Gesù. Proveniva veramente da Dio, ma non aveva il potere di conferire la grazia santificante.4 Lo stesso Battista mise in risalto la differenza: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3, 16). L’effetto del battesimo di Giovanni consisteva in un incentivo al pentimento dei peccati, spiega San Tommaso d’Aquino.5 Ora, in Gesù non esisteva neppure l’ombra del peccato, né ci poteva essere, visto che Egli era l’Uomo-Dio. Non aveva, pertanto, materia per il pentimento e la penitenza. Come si spiega, allora, che Egli abbia voluto esser battezzato?
Assoggettarsi alla condizione umana
Varie sono le ragioni addotte dai Padri e Dottori della Chiesa. Eccone una: quando il Verbo si fece Uomo, Egli volle assoggettarsi alle leggi che regolano la vita umana. Per esempio, obbedì alle leggi che erano in vigore tra i giudei, venendo presentato nel Tempio dopo la sua nascita, sottoponendosi alla circoncisione, e compiendo i riti della Pasqua giudaica. In questo modo, volle anche ricevere il battesimo penitenziale di Giovanni. Perduto in mezzo alla moltitudine, Gesù – innocente – si sottomise ad un rito destinato al peccatore: “conviene che così adempiamo ogni giustizia”, Egli si giustificò davanti al profeta. Commentando queste parole, Sant’Agostino dice che Nostro Signore “volle fare quello che ordinò che tutti facessero”.6 E Sant’Ambrogio aggiunge: “Che cos’è la giustizia, se non cominciare a fare ciò che si vuole che gli altri facciano e incoraggiare gli altri a imitarci col nostro esempio?”.7
Purificare le acque
Tra le dieci ragioni enumerate nella Somma Teologica per il battesimo di Gesù, San Tommaso d’Aquino evidenzia l’obiettivo della purificazione delle acque, e ricorda Sant’Ambrogio, che afferma che “il Signore fu battezzato, non perché voleva purificarsi, ma per purificare le acque, in modo che purificate dalla carne di Cristo, che non ha mai conosciuto il peccato, avessero il potere di battezzare”.8 Lo stesso argomento appare nell’Opera Imperfetta, nella quale si dice che Gesù lasciò “le acque santificate per quelli che, dopo, dovevano esser battezzati”.9
Abbiamo qui un interessante problema teologico-metafisico: per quale ragione Dio ha scelto l’acqua come materia per il Battesimo? L’acqua è un elemento ricco di simbolismo. Per esempio, è un’immagine dell’esuberanza di Dio. Basti considerare che tre quarti della superficie della Terra sono costituiti da acqua. È anche simbolo di vita. È elemento essenziale per il mantenimento di tutti gli esseri viventi. Quanto più abbonda l’acqua in una regione, maggiore è la quantità di piante e animali che vi si sviluppano. Inoltre, essa è l’elemento preponderante della materia vivente, in modo tale che il corpo umano stesso è composto, nella sua maggior parte, da acqua. Possiamo considerarla anche un simbolo della bontà, dell’affetto e della magnanimità di Dio verso l’umanità. Piace all’essere umano vederla cadere, in forma di pioggia, cristallina, rinfrescante, rendendo fertile il suolo, favorendo le piantagioni, pulendo l’aria.
Considerata sotto un altro punto di vista, essa ha una potenza smisurata di distruzione. Nonostante tutta la tecnica moderna, e un presuntuoso progresso che si è creduto capace un giorno di riuscire a dominare gli elementi della natura, gli uomini si stupiscono e si terrorizzano per la forza distruttiva delle acque. E anche in questo essa è per noi un simbolo, quello del potere onnipotente di Dio.
Per la sua capacità di lavare, essa ricorda la pulizia spirituale. In diverse occasioni la Sacra Scrittura si riferisce così, come nel seguente passo: “Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli” (Ez 36, 25). In questo passaggio, il profeta Ezechiele predice il battesimo di San Giovanni e, più in particolare, il Battesimo sacramentale, istituito da Gesù. Allo stesso modo, ad esso si riferisce Zaccaria, quando questi dice: “In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l’impurità” (13, 1).
Niente di più conveniente, pertanto, del fatto che l’acqua sia la materia del Battesimo. E niente di più adeguato che Dio Incarnato abbia voluto purificarla col contatto del suo sacratissimo Corpo.
Incentivo al Battesimo
Un altro motivo, dei più importanti, perché il Signore decidesse di assoggettarSi al rituale del Giordano era stimolare negli uomini il desiderio del Battesimo sacramentale.10 Il ricevere il Battesimo è necessario per la salvezza, come dimostrano le parole di Gesù a Nicodemo: “Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3, 5). Dal tono categorico dell’affermazione, si apprezza l’importanza di questo Sacramento. Il battesimo di Giovanni portava al pentimento dei peccati, ma non aveva il potere di perdonarli. Il Battesimo sacramentale, istituito da Gesù Cristo, ha effetti infinitamente maggiori.
Adamo ha trasmesso a tutti i suoi discendenti, il peccato originale. Il Sacramento del Battesimo pulisce l’anima dalla macchia di questa colpa, conferisce la grazia santificante, eleva l’uomo alla condizione di figlio di Dio e gli apre le porte del Cielo. Esso è la chiave di tutti gli altri Sacramenti, indispensabili all’uomo per compiere con fedeltà la Legge di Dio. Tale è la grandezza e l’efficacia del Sacramento del Battesimo.
Esortazione che permane fino alla fine del mondo
“Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1, 29), ha dichiarato San Giovanni Battista a due dei suoi discepoli, indicando il Signore Gesù che passava. San Giovanni Evangelista e suo fratello, San Giacomo, che fino allora avevano seguito fedelmente il Battista, compresero che Gesù era Colui al quale dovevano dedicare le loro vite. E lasciando il loro antico maestro, cercarono subito il Signore, chiedendoGli il permesso di accompagnarLo e vivere con Lui (cfr. Gv 1, 37-38).
Per i secoli dei secoli, queste parole del grande “profeta della penitenza” risuoneranno nel mondo, invitando tutti gli uomini a posare anche loro gli occhi sul Divino Salvatore, a incantarsi per la sua figura e – come cattolici fedeli – a seguire i suoi comandamenti, fino al momento in cui saranno chiamati a restare definitivamente con Lui, nella vita Eterna.
1) SAN TOMMASO D’AQUINO. Somma Teologica. III, q.38, a.3.
2) Cfr. Idem, II-II, q.174, a.4, ad 3.
3) Cfr. SAN FRANCESCO DI SALES. Sermon pour le jour de Saint Pierre. In: Œuvres Complètes. Sermons. Paris: Louis Vivès, 1858, t.V, p.106.
4) Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., III, q.38, a.3.
5) Cfr. Idem, ad 1.
6) SANT’AGOSTINO. In Epiphania Domini, VI. Sermo CXXXVI, n.1: ML 39, 2013.
7) SANT’AMBROGIO. Tratado sobre el Evangelio de San Lucas. L.II, n.90. In: Obras. Madrid: BAC, 1966, v.I, p.141.
8) Idem, n.83, p.135.
9) AUTORE INCERTO. Opus imperfectum in Matthæum. Omelia IV, c.3, n.13: MG 56, 657.
10) Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., III, q.39, a.2, ad 1.
Estratto dalla collezione “L’inedito sui Vangeli” da Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP.
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen